Come creare un video pubblicitario: concept, target e produzione
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Sappiate che la realizzazione di uno spot pubblicitario richiede un’ insieme di creatività, tecnica e passione, in grado di influenzare, ispirare e persino cambiare la percezione del prodotto nel pubblico. Ed ecco perché la pubblicità di oggi ha un ruolo ancora più fondamentale, e capace di andare oltre al mero scopo consumistico: le campagne pubblicitarie, infatti, solleticano il pensiero comune, veicolando un messaggio, un valore, un ideale, o semplicemente un concetto che però possono operare forti cambiamenti, oltre a poter venire fruiti anche per la loro componente squisitamente estetica.Ma come si crea un video pubblicitario con un goal specifico? Scopriamolo insieme nel dettaglio. Seguiteci!
Ideazione del concept di un video pubblicitario
La pubblicità vincente deve rimanere in testa dello spettatore, trasformarsi in qualcosa da canticchiare o da inserire nel linguaggio di tutti i giorni: pensiamo ad esempio, ai mitici slogan delle rinomate marche di pasta e note aziende di pomodoro che ci hanno accompagnato per anni dallo schermo fino alle nostre tavole. Uno spot vincente, efficace, che entra nella cultura di massa e martella in testa, deve prima di tutto avere di base un concept, un’idea geniale, un lampo, quell’insight come vogliamo definirlo, frutto della fantasia e della creatività di una mente brillante, quella per l’appunto del pubblicitario e del creativo dell’agenzia di marketing. Dal concept, che rappresenta il concetto chiave dello spot, si sviluppa la narrazione, l’intreccio, in poche parole lo storytelling emozionale della campagna advert, che si compone di uno slogan ad effetto, di un motto di spirito con giochi di parole e boutade e del jingle musicale che risuona nella testa, o anche di personaggi che hanno fatto storia nella narrativa pubblicitaria fino a diventare figure mitologiche della nostra quotidianità. Ma come renderlo possibile? In primis, è bene prestare attenzione allo spettatore, alla persona a cui è dedicato lo spot.
Definizione del target
Con il termine target si va a definire il pubblico, gli spettatori a cui ci si riferisce nello spot pubblicitario: l’audience si compone da differenti personalità che vanno dall’appassionato del settore, all’aspirante e al neofita, fino all’intenditore e all’estimatore di categoria.
In poche parole, il target di riferimento è un pubblico vasto e sfaccettato, che va rispettato in base alle proprie differenze e analogie specifiche. Solo con un attento focus al genere e all’età, all’area geografica e alle caratteristiche del cluster è possibile ideare il profilo tipo e comprendere così anche “come parlare”.
Per fare un esempio concreto del sincretismo tra video e target, ci sono le campagne social per la Regione Liguria ideate e realizzate da noi di Kortocircuito per “sensibilizzare” le persone a non distrarsi, soprattutto in quelle situazioni nelle quali è richiesta una maggiore attenzione: quando si guida e quando si attraversa la strada la strada. I tre video social, dal forte impatto emotivo, richiamano l’attenzione dello spettatore su tre situazioni specifiche in cui i protagonisti sono una ragazza in bicicletta che legge il messaggio sul cellulare; un giovane runner che corre con le cuffiette mentre attraversa distrattamente la strada; un ragazzo che chatta alla guida di una autovettura.
Un elemento distintivo della campagna è stato lo slogan provocatorio “NON È STATO UN INCIDENTE”, che ha efficacemente rafforzato il messaggio di consapevolezza e prevenzione, sottolineando come le distrazioni al volante possano avere conseguenze gravi e allo stesso tempo possano essere assolutamente evitabili.
Le ricerche di mercato, infatti, aiutano anche a pilotare la campagna advertising: in tal senso un altro esempio che possiamo fare relativamente alla forte coesione del messaggio e suo destinatario è quello dello spot pubblicitario per il servizio di psicologia online Unobravo.com, per il quale sempre noi di Kortocircuito abbiamo creato uno spot pubblicitario che mette in luce la facilità e la comodità di accedere a servizi di terapia psicologica direttamente da casa. Lo spot, infatti, segue il percorso emotivo della protagonista, una giovane ragazza che si sposta da uno stato di disagio iniziale a un sentimento di comfort e serenità, enfatizzando la trasformazione personale resa possibile dal servizio. Anche la voce fuori campo, che descrive il servizio con un tono calmo, rassicurante e convincente, rafforza l’esperienza dello spettatore, infondendo tranquillità, risolutezza e determinazione.
Il segreto di un ottimo spot pubblicitario, vincente, efficace, di successo, è catturare uno specifico target di riferimento, sempre più sfaccettato e caleidoscopico sì, ma formato anche da tante specifiche esigenze e sempre con uno spirito sensibile e inclusivo, chiaramente proiettato a rendere felice e soddisfatto, appagato nei suoi valori, il consumatore.
Sviluppo della storia
Tramite una creatività precisa si costruisce lo scheletro della narrazione, le fondamenta: l’obiettivo è dare forma all’idea creativa, a quel lampo di genio che assicura l’effetto wow! Lo storyboard, poi, prende vita e tutti i membri del team si possono mettere a lavoro.
Scegliere il giusto team di produzione
Creare video pubblicitari significa, quindi, affidarsi allo staff, che si compone di creativi e tecnici: effettuare un brainstorming, raccogliere le idee di tutti i professionisti che contribuiscono alla realizzazione dello spot è molto importante ed è alla base di ogni progetto creativo, poiché ogni individualità, ogni collaboratore può rivelarsi una vera risorsa di inventiva, creatività e bravura. Dall’ illustratore al fonico, dallo scenografo al renderista, dai creativi allo sceneggiatore, tutti possono contribuire alla realizzazione del progetto attraverso sessioni di brainstorming, essere dunque sia gruppo creativo che team di produzione. Condividere il background di tutti, diventa produttivo e performante.
Pre-produzione, produzione e post-produzione
Una volta stabilita la creatività, passiamo alla produzione, che può essere realizzata, ad esempio, attraverso un team di professionisti dell’animazione con programmi di sviluppo, modellazione e montaggio specifici. In questo caso, la realizzazione del video pubblicitario si svolge totalmente in digitale.
Altrimenti, è possibile organizzare un vero e proprio shooting per le riprese.
Ma attenzione, prima di gridare “motore, azione!” e andare sul set, bisogna organizzare la fase di pre-produzione.
Bisogna pensare alla scelta del casting e della location, aver definito nel dettaglio gli elementi decorativi e di supporto alla scena. Importantissimo definire anche la troupe che contribuirà alla fase di produzione: il regista e il direttore della fotografia, dietro le quinte tutti i tecnici del reparto elettrico e il reparto meccanico, makeup artist e stylist, scenografi e attrezzisti compresi per la creazione di uno spot video.
Dopo la fase vera e propria di produzione, quella in cui ci siamo portati a casa le riprese, si passa alla fase successiva, quella di post-produzione in cui si dà forma al “prodotto” attraverso il montaggio.Questo passaggio, in cui si tagliano e si incollano le scene, non è solamente un atto pratico, ma rappresenta il taglio, la cifra stilistica e del video: oltre a dare forma al contenuto, il montaggio è il momento in cui si arricchisce con l’aggiunta delle musiche e degli effetti sonori, si decide l’aspetto estetico e la colorimetria del video, si aggiungono le grafiche e i testi per esplicare meglio il prodotto. In conclusione, è l’atto di uno scultore che crea la sua opera d’arte e ne dà l’afflato vitale.
Ed ecco che il video è pronto per essere distribuito!
Questo articolo è stato realizzato grazie agli incentivi TOCC “Transizione ecologica organismi culturali e creativi” promosso dal Ministero della Cultura e gestito da Invitalia, grazie ai fondi dell’unione europea NextgenerationUe.
*Il podcast KortoTalks è stato realizzato grazie alla partnership con Milk Studios, con Davide di Pasquale di Associazione Uniamoci onlus, grazie a Marco Bongi dell’Associazione pro retinopatici e ipovedenti, grazie a Dario Sorgato dell’associazione NoysyVision Onlus.