Il valore della scenografia per uno spot pubblicitario 

 

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Tutti gli elementi che “compongono la scena” non hanno solo uno scopo decorativo, ma contribuiscono alla definizione del tono e alla creazione di “uno spazio” che comunica un messaggio. Che sia ricostruito, asettico o green “lo spazio” è uno dei veri protagonisti.no.

INTRO
Se vi siete mai chiesti come trovare il giusto ambiente per il vostro  video e quanti tipi di studi di ripresa, non vi resta allora che ascoltare, leggere e guardare come portiamo le idee fuori dal circuito.

Quando si procede alla costruzione fisica in studio di un set che riproduca esattamente in modo fedele l’ambiente desiderato si dice allestimento reale. Questo approccio implica un‘attenzione meticolosa ai dettagli, in quanto l’obiettivo è quello di realizzare un contesto credibile e tangibile della narrazione. Tuttavia, esistono contesti che richiedono uno scenario diverso, e non reale soprattutto, come l’uso di fondali neutri o bianchi, lo studio adibito a ciò è chiamato limbo. Si usa per far emergere un soggetto e tecnicamente per avere il controllo totale sulla luce e sulle ombre.
Per la riproduzione di ambienti di vasta scala, come un aeroporto, ad esempio, o luoghi di natura fantastica, si può ricorrere ad una scenografia “creata” in digitale, utilizzando uno studio in greenscreen!

Questa tecnica sfrutta lo sfondo monocromatico, generalmente proprio di colore verde, per girare le scene video di uno spot e poter letteralmente “staccare”  gli attori per contestualizzarli in uno “spazio” generato digitalmente. Questo metodo consente di creare ambienti virtuali illimitati, superando i confini e i limiti fisici e logistici associati alla costruzione di set reali.
E se è vero che, in alcuni contesti, l’autenticità di un set fisico può arricchire significativamente l’esperienza visiva dello spettatore, in altri, invece, l’uso del green screen può espandere le possibilità narrative, consentendo una maggiore libertà creativa.


Il ruolo dello scenografo


Lo scenografo ha un ruolo fondamentale tanto nella pre-produzione, quanto nella fase delle riprese. Prima di arrivare sul set è necessario avere le idee chiare sulla volontà del regista e sul mood della storia da raccontare. Questo include la fase di ricerca e raccolta dei props, ossia gli oggetti di scena, ma anche dei materiali più adatti, dei colori giusti e delle texture coerenti con i toni della narrazione.


Italon tra realtà e finzione


Nel contesto della scenografia digitale, in particolare quando si utilizza il green screen, il ruolo dello scenografo assume un’importanza particolare nella gestione degli oggetti di scena, che devono interagire con gli attori senza interferire con le riprese.
Un esempio lo ritroviamo nell’ultimo lavoro realizzato per la collezione Stellaris di Italon, brand internazionale di ceramica. La fase più delicata è stata ricreare le proprietà lucide delle piastrelle ceramiche. La soluzione trovata dopo un’approfondita ricerca da parte dello scenografo, ha comportato l’uso di pannelli riflettenti di grandi dimensioni in pvc su cui la modella poteva camminare, creando così un riflesso autentico e naturale sul pavimento.
Questi pannelli sono stati usati anche per facilitare l’interazione fisica con un muro, consentendo all’attrice di toccarlo in modo che sembrasse reale. Questo particolare è stato essenziale per una transizione tra due scene prevista nello storyboard.
L’uso della ricostruzione degli ambienti con rendering 3D ha permesso di evitare la necessità di allestire un intero set che ricreasse un aeroporto, elemento centrale nella collezione “Stellaris” di Italon. Sulla scena si è posta molta attenzione ai movimenti del bolt e alle luci proiettate sull’attrice così da facilitare il compositing della sua figura sull’ambiente digitale.

Questi dettagli dimostrano come la scenografia, anche quando integrata con diversi artefici e tecnologie, richieda una comprensione approfondita delle proprietà fisiche dei materiali per raggiungere il massimo effetto visivo e narrativo.

Questo articolo è stato realizzato grazie agli incentivi TOCC “Transizione ecologica organismi culturali e creativi” promosso dal Ministero della Cultura e gestito da Invitalia, grazie ai fondi dell’unione europea NextgenerationUe.

*Il podcast KortoTalks è stato realizzato grazie alla partnership con Milk Studios, con Davide di Pasquale di Associazione Uniamoci onlus, grazie a Marco Bongi dell’Associazione pro retinopatici e ipovedenti, grazie a Dario Sorgato dell’associazione NoysyVision Onlus.

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