7 consigli per realizzare un video emozionale aziendale

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E adesso, per favore, presta massima attenzione: illuminiamo l’ambiente con luci sapientemente disposte, posizioniamo la telecamera con meticolosità, iniziamo così il nostro viaggio nell’universo del video aziendale, dove ogni frame, fortemente eloquente, racconta una storia; ogni nota musicale, scrupolosamente selezionata, evoca specifiche emozioni; ogni sequenza pensata consolida, in modo indelebile, l’identità del vostro brand nell’immaginario collettivo.

Se vi siete chiesti come realizzare un video emozionale o in cosa consiste esattamente un video aziendale, ascolta, leggi e guarda come portiamo le idee fuori dal circuito.

Iniziamo subito col dire che usare il video per narrare emozioni, fare videomaking, rappresenta oggi una risorsa strategica fortissima in un piano di marketing aziendale che si rispetti, soprattutto se rivolta a un pubblico sempre più dinamico, attento alle novità e ai trend. In base alla tipologia di taglio, da quello più professionale e informativo, a quello emozionale e più confidenziale, è possibile narrare, anche in pochi minuti, la storia di una famiglia, il racconto di una passione, i traguardi raggiunti e la politica del brand, stimolando così l’audience in modo interattivo e coinvolgente. Ecco, allora, 7 rapidi consigli su come creare un video aziendale e catturare l’attenzione del pubblico e quindi dei possibili clienti, con un prodotto che susciti hype e agisca a livello emozionale: questa è la strategia vincente, per ottenere più visualizzazioni e traffico sul sito o sui social.


Consiglio n. 1 – Puntare sull’aspetto emotivo


Un video aziendale emozionale si pone sempre la missione di suscitare delle emozioni in chi lo guarda, delle sensazioni. Ma non solo. Perché queste emozioni hanno radici ben profonde nella memoria e soprattutto nei ricordi, dunque bisogna creare empatia emozionale. In primis, il cliente deve immedesimarsi nella vicenda personale, nella narrazione e riconoscere quelle emozioni raccontate come personali.

Consiglio n. 2 – Non parlare troppo di se stessi


Non è facile distanziarsi dall’ambito L’obiettivo è lasciar scorrere le percezioni del pubblico in modo libero, così che la narrativa visiva possa invogliare..  ad acquistare il prodotto o ad affidarsi al servizio che si vende, o semplicemente ad aderire ai valori del brand; il cliente deve sempre rimanere il protagonista.


Consiglio n. 3 – Tone of voice e soundtrack sono importanti


In base alla tipologia di messaggio che si vuole trasferire sarà opportuno mantenere un tone of voice adeguato: più confortante, se si parla di un’azienda familiare che produce pasta fresca fatta in casa, più accattivante, se si tratta di automobili da corsa! Anche la musica della colonna sonora è parte della storia che si racconta, un tassello importante che non può e non deve mancare nella realizzazione del miglior video aziendale..
Facciamo un esempio e parliamo di Fràscold, leader indiscusso nel settore della refrigerazione.
Per narrare l’innovativa produzione di compressori del brand, noi di Kortocircuito abbiamo confezionato un video aziendale che si dispiega come un viaggio sonoro, in grado di sottolineare i processi produttivi dell’azienda, fino a creare con lo spettatore un’immersione profonda e ritmica nella genesi del prodotto, dalla sua concezione iniziale, passando per le fasi cruciali di assemblaggio, fino alla sua preparazione finale per la spedizione.
In questa sequenza visiva, il sound design emerge come un elemento cruciale, un protagonista invisibile ma potente, che amplifica e completa la narrazione visuale, con la capacità di rendere tangibili i meccanismi sofisticati e le dinamiche industriali che animano il quotidiano di questo marchio. 


Consiglio n. 4 – Metterci sempre la faccia


Recenti studi inerenti al marketing aziendale hanno appurato quanto sia fondamentale parlare in prima persona e coinvolgere le persone con cui si lavora. Se si tratta di un’azienda a conduzione familiare, ad esempio, sarà ancora più efficace ai fini dei sentimenti di veridicità e affidabilità, mostrare genitori, fratelli e sorelle impegnati in un unico obiettivo finale, come quello, ad esempio, di poter portare avanti la passione di famiglia, che deve sempre rimanere viva e pulsante nonostante il passare degli anni.  Oppure, un’altra strategia efficace sarà quella di riprendere i collaboratori, rubando momenti di vita vissuta, mentre ad esempio artigiani, magazzinieri, impiegati in ufficio o in logistica lavorano nell’azienda. Metterci sempre la faccia e mostrarsi di persona, è il modo migliore per suscitare confidenza e credibilità nel proprio pubblico.  Parliamo, ad esempio, di Gelson, leader di mercato e una delle realtà italiane più note nel settore del car detailing e della nautica.
Noi di Kortocircuito abbiamo realizzato un video corporate emozionale, per commemorare il sessantesimo anniversario del brand. L’obiettivo era di  illustrare la trasformazione di Gelson da azienda familiare a leader riconosciuto nel settore specifico in Italia. Questa doppia anima dell’azienda è stata fondamentale nel concepire e produrre il video emozionale per Gelson; video che parla sia alla mente dei clienti grazie a precisione tecnica, intuizione creativa ed estetica curata, ma anche al loro cuore, grazie alla sua sottostruttura emotiva.


Consiglio n. 5 – Puntare sul rapporto diretto e sulla sincerità


Un video emozionale deve essere sincero, credibile e puntare sulla franchezza dei contenuti che vengono divulgati. Per infondere sicurezza verso il cliente, si possono anche sostenere le proprie idee con dati alla mano, con percentuali, senza però appesantire e rallentare la narrazione ma, di fondo, bisogna sempre “dire la verità” per fare centro nel cuore di chi ti guarda!


Consiglio n. 6 – Intercettare e sottolineare i punti di forza dell’azienda


A chi non è mai capitato di voler “fare una buona impressione”? Che sia nelle relazioni umane o nell’ambito lavorativo, si tende ad approcciarsi agli altri, puntando sulle qualità personali. Una delle armi che l’azienda ha a disposizione è dunque proprio l’identificazione di valore, la value proposition: è fondamentale sapersi differenziare per distinguersi in maniera nitida dal contesto e per farlo è necessario comunicare la propria unicità in modo che resti indelebile nella mente del consumatore. Quindi, per farsi preferire e farsi scegliere, emergendo dal bacino profondissimo della concorrenza, bisogna intercettare e isolare quali sono i punti di forza della propria azienda, i tratti distintivi del brand, e sottolinearli all’interno del video emozionale. Quei pochissimi secondi saranno in grado di “significare” più di mille parole.


Consiglio n. 7 – Il video deve avere una durata perfetta


Sì, è di importanza vitale, concentrare contenuti e immagini in quegli esatti minuti, né uno più, né uno meno a quel lasso di tempo necessario ed utile a trasferire una storia coerente, un messaggio importante, un’emozione che crea legame. Non esiste “la regola aurea” sulla lunghezza di un video emozionale aziendale: non esistono video troppo lunghi o troppo brevi! Esiste una narrazione emotiva perfetta, quella che sappia catturare l’attenzione e trasmettere un’emozione in maniera tale da imprimersi indelebilmente prima negli occhi, e poi nel cuore, così da essere ricordata a lungo nel tempo. 

Forse non tutti si ricordano le origini di questo slogan, figlio del Carosello, ideato da Marcello Marchesi, attore di cabaret, e interpretato da Tino Scotti. L’aspetto geniale del claim nasce dall’esigenza di evitare la parola lassativo in TV, come l’argomento sulla stitichezza e sui problemi intestinali, considerati tabù, fuori luogo, dai vertici dell’epoca.
Ma come dice il proverbio, di necessità virtù, così viene sfruttato l’escamotage del nome del marchio: Falqui, basta la parola (con tanto di jingle) vede come protagonista anche la celebre attrice Barbara Bouchet mentre fa aerobica in palestra e svela il segreto della sua forma fisica smagliante.

Questo articolo è stato realizzato grazie agli incentivi TOCC “Transizione ecologica organismi culturali e creativi” promosso dal Ministero della Cultura e gestito da Invitalia, grazie ai fondi dell’unione europea NextgenerationUe.

*Il podcast KortoTalks è stato realizzato grazie alla partnership con Milk Studios, con Davide di Pasquale di Associazione Uniamoci onlus, grazie a Marco Bongi dell’Associazione pro retinopatici e ipovedenti, grazie a Dario Sorgato dell’associazione NoysyVision Onlus.

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