Come fare pubblicità in modo efficace: il video virale come soluzione vincente – con Dario De Giacomo, founder Kortocircuito   

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Catturare l’attenzione del mondo intero con un solo clic non è solo una questione di fortuna! Anzi, bisogna chiamare a sé tutta la creatività possibile, e a volte neanche questo è sufficiente. In alcuni casi solo l’impiego di tecniche di neuromarketing o modelli di funzionamento cognitivo riesce ad innescare precisi meccanismi psicologici che stanno alla base dell’attenzione.

INTRO
Se vi siete chiesti cos’è un video virale e come si crea, non vi resta allora che ascoltare, leggere e guardare come portiamo le idee fuori dal circuito. 

La realizzazione video virali, in questo contesto,  rappresenta sicuramente una scelta fondamentale. Uno degli elementi alla base della viralità, ad esempio, è la “prova sociale“, un principio psicologico secondo cui le persone decidono cosa è appropriato dire e fare, basandosi sul comportamento altrui. Questa dinamica è ampiamente sfruttata nei video virali attraverso testimonianze, recensioni e condivisioni che dimostrano la popolarità di un prodotto, spingendo così gli spettatore a sentirsi parte di una comunità più ampia, che accetta e approva il prodotto o l’idea. Il “tema della sfida“, poi, è un altro elemento psicologico comunemente utilizzato per il quale gli spettatori vengono invitati a partecipare, attraverso sfide o competizioni, condividendo contenuti sui social o prendendo attivamente parte alla loro produzione.
Gli stimoli visivi, narrativi ed emotivi rendono un contenuto irresistibile e degno di essere condiviso, trasformando una semplice pubblicità in un fenomeno culturale virale e capace di avviare un cambiamento comportamentale.


Cosa vuol dire video virale e qual è la sua funzione principale?


Un video virale è un contenuto che è diventato “contagioso”, proprio come un virus e che si è propagato in rete. La funzione chiave del video virale è emozionare e catturare l’attenzione dello spettatore. I fenomeni sociali che si innescano nella nostra audience quando generiamo dei contenuti a diffusione virale sono due:
– l’intensità della risposta, che il video è in grado di generare nello spettatore;
– la motivazione sociale, scaturita da tale emozione, che provoca il cortocircuito delle condivisioni, l’effetto domino delle views e l’incendio mediatico.

Un video virale emozionale provoca più visualizzazioni rispetto a un contenuto tecnico e informativo, poiché gli spettatori desiderano essere coinvolti e provare emozioni.


Un buon video virale deve saper divertire


Un video per essere virale deve saper far ridere, ma non solo! Affinché un video entri nell’Olimpo della viralità è fondamentale che susciti reazioni e risposte. Questo significa che il suo contenuto deve anche far riflettere.. La viralità nasce dal bisogno di trovare risposte e sono tantissime le sfere emotive da poter esplorare.
Il segreto sta in quell’ equilibrio che dosa ironia, intelligenza creativa e divertimento.


Aspetti tecnici da non sottovalutare per un video virale


Finora abbiamo esplorato la parte emozionale come elemento importante  nella creazione di un video virale, ma ci sono aspetti tecnici da non sottovalutare. Un buon contenuto aziendale, per ambire a diventare virale, deve anche informare, catturare l’attenzione con un titolo accattivante, essere breve, conciso, incisivo, di semplice lettura e immediatamente comprensibile.
La natura informativa è importante, per non dire basilare! Il video diventerà virale se saprà rintracciare tutte le domande dello spettatore, restituendo risposte opportune e chiare. Una strategia capace di catturare l’attenzione dell’utente merita un titolo dall’appeal accattivante, poiché l’utente va sollecitato, è necessario che si fermi a guardare il video, che è uno tra tanti nell’intricata giungla della rete.


Virale fa rima con capillare


Un altro fattore tecnico da non sottovalutare è la sua distribuzione capillare. Proprio come accade per la promozione di un libro, o ancora meglio di un film, la casa editrice e la casa di produzione devono programmare un piano di distribuzione efficace che permetta al prodotto artistico di girare e di mostrarsi al proprio pubblico, al target di riferimento e allo spettatore.

Il canale di distribuzione funziona come la vetrina di un negozio che mostra l’abito al consumatore, oppure come lo showroom di automobili, che presenta all’acquirente le nuove proposte della stagione. 

Tra le piattaforme più efficaci c’è sicuramente Youtube, che abbraccia un numero infinito di utenti; altre piattaforme di natura simile come Vimeo, oppure i social, fra cui Tik Tok. Per concludere, un ultimo tip da ricordare sempre, quando si creano video aziendali, pubblicitari, promozionali, sia informativi o teaser/lancio prodotto, bisogna coinvolgere e catturare l’interesse dello spettatore, così da facilitare la propagazione del video.
Pubblicare all’interno di gruppi specifici, di nicchia cioè, può essere un’ottima strategia per avere una buona risposta dal pubblico, oppure ancor gestire i contenuti in modo che siano i nostri follower a interagire e ricondividere. È questa la chiave del successo per fare pubblicità in modo efficace.

Questo articolo è stato realizzato grazie agli incentivi TOCC “Transizione ecologica organismi culturali e creativi” promosso dal Ministero della Cultura e gestito da Invitalia, grazie ai fondi dell’unione europea NextgenerationUe.

*Il podcast KortoTalks è stato realizzato grazie alla partnership con Milk Studios, con Davide di Pasquale di Associazione Uniamoci onlus, grazie a Marco Bongi dell’Associazione pro retinopatici e ipovedenti, grazie a Dario Sorgato dell’associazione NoysyVision Onlus.

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